“Adoro le grandi feste: sono così intime!
In quelle piccole non c’è nessuna privacy.”
(F.S. Fitzgerald)
San Gennaro è il santo patrono della città di Napoli e si festeggia il 19 Settembre. La leggenda narra che dopo la morte del martire, una donna di nome Eusebia raccolse il suo sangue in due ampolle, tuttora custodite nel duomo partenopeo. Tre volte l’anno, tra cui appunto il 19 Settembre, giorno del martirio del Santo, si può assistere al miracolo, che consiste nella liquefazione del sangue. Se infatti il sangue contenuto nelle ampolle si scioglie è segno di buona fortuna e prosperità per la città di Napoli, mentre è di sciagura se il miracolo non avviene.
Nei primi anni del ‘900 gli immigrati italiani portarono con sé in America il culto del santo. Il 26 Settembre 1926 venne celebrata la prima festa di San Gennaro a Little Italy a New York City e durò un solo giorno, trasformandosi negli anni in una festa lunga ben undici giorni. La festa, come anche quelle italiane di quartiere o di paese dedicate al santo venerato, comprende la parte religiosa con la processione, la statua del santo esposta, la vendita di oggetti sacri, santini e rosari e la parte dedicata alla vendita di vari prodotti culinari, e non solo, della tradizione italo-americana.
Ogni anno, da quando sono qui, è diventato anche un rito mio e di mio marito quello di andare a fare una passeggiata per le vie di Little Italy durante la festa. La prima volta che ho gettato lo sguardo su Mulberry Street mi sono sentita in un’altra realtà: America sì, con le sue bandiere, l’architettura, ma dal sapore e odore di casa. L’aria di festa di paese, le lucine, le bancarelle con tutto quel ben di Dio e la gente impazzita che non sa cosa assaggiare tra deliziose zeppole, invitanti salsicce, gustosa pizza, cannoli freschi di giornata, inimitabile gelato. E poi ci sono loro, i venditori simpatici e alla mano, con il loro italiano americanizzato o come direbbero loro il broken English. Ci si sente un po’ a casa, lontani da casa, in una dimensione “altra”, allegra e quasi surreale, come se quelle vie addobbate e festive fossero il frutto di una bella magia. Italian Style.
Quest’anno per problemi familiari dovremo fare uno strappo alla tradizione e rimandare la nostra visita al prossimo anno. Tuttavia ci tenevo davvero a raccontarvi questa festa davvero tipica e motivo di orgoglio per i nostri connazionali immigrati quasi un secolo fa e tradizione per le generazioni successive. Così ho avuto un’idea: se io non potrò andare chiamerò un inviato speciale che possa recarvisi per me (e per voi) a sbirciare e a raccontarci la festa. Vi ricordate di “Carotilla”? Camilla Mendini (alias Carotilla) è stata la prima italiana espatriata che ho intervistato per il blog ( se ve la siete persa eccola qui ). Camilla ha trovato l’idea divertente e ha accettato senza pensarci neanche troppo.
Allora vi lascio al suo racconto e alle sue meravigliose foto. Ci ritroviamo dopo per i saluti.
Uno degli aspetti che più mi piace di Lower Manhattan è il fatto che basti girare l’angolo per cambiare totalmente scenario e trovarsi immersi nell’anima di quartieri molto diversi tra loro. Ed è così che oggi, venendo da una Soho affollata di modelli e fashion blogger che correvano da una sfilata all’altra per la Fashion Week, mi sono trovata catapultata all’improvviso in una festa “di paese” dai colori e dai sapori tipicamente italiani: la festa di San Gennaro in Little Italy.
Al centro del quartiere italiano più famoso del mondo c’è una bottega storica di formaggi, salumi e vini: Di Palo’s Deli, che è diventata un punto di riferimento per gli italiani immigrati a New York fin dai primi anni del ‘900. È da qui che inizia il mio viaggio nella festa di San Gennaro: il proprietario Lou di Palo, infatti, mi farà da guida e mi spiegherà la storia del quartiere e della festa.
Little Italy è uno dei luoghi più antichi di New York e le sue strade principali sono tre: Mulberry Street, Elizabeth Street e Mott Street. I primi migranti italiani, che erano per lo più contadini poveri in cerca di un lavoro che desse loro del benessere economico, si insediarono principalmente in queste tre strade, suddividendosi in base alla regione italiana d’origine: chi proveniva dalla Campania e da Napoli andò in Mulberry Sreet, i siciliani in Elizabeth Street e le persone provenienti da Basilicata, Puglia e Calabria in Mott Street.
In principio queste famiglie di migranti parlavano solo il dialetto regionale, rendendo difficile la comunicazione perfino tra di loro. Tutti avevano però la voglia di mantenere vive le proprie tradizioni, soprattutto nell’ambito alimentare e religioso. Fu così che i santi patroni delle varie città italiane furono festeggiati anche a New York, con delle feste di quartiere in cui le famiglie cucinavano in casa i piatti tipici della loro regione e li consumavano assieme per strada. La festa più sentita era proprio quella di San Gennaro, il patrono di Napoli. I banchetti ricchi di delizie alimentari campane e la processione religiosa richiamarono l’attenzione anche di americani e di turisti che pian piano resero la festa un evento simbolo di Manhattan. Per gli italiani di Little Italy questa non poteva che essere una buona occasione per far conoscere la propria cultura, riuscendo anche a guadagnare qualcosa in più.
Oggi la Festa di San Gennaro dura 10 giorni ed è una delle feste culturali più famose a New York, che fa riversare nelle viuzze del quartiere centinaia di persone in cerca del gusto italiano. L’aspetto religioso si è stemperato negli anni ed è diventata per lo più una festa in cui i veri protagonisti sono i banchetti di cibo, italiano e non, che si trovano lungo le strade. Cannoli, zeppole, sfogliatelle e gelato sono presenti in ogni dove e i ristoranti sono affollatissimi di curiosi. Non mancano però le alternative tipicamente americane, come hot dog e patatine, che si mescolano con naturalezza nel tripudio di cibo tricolore.
La processione religiosa rimane comunque un appuntamento imperdibile: un tuffo nel folklore italiano che ancora stupisce i novizi e rincuora i più affezionati alla tradizione.
Grazie Carotilla per averci fatto passeggiare in quelle strade affollate e piene di leccornie. È sempre un’emozione tornare a New York anche se solo con la fantasia. Grazie anche a voi per averci accompagnato.
A presto,
Alessandra (e Camilla @carotilla)
“And I like large parties. They’re so intimate.
At small parties there isn’t any privacy.”
(F.S.Fitzgerald)
San Gennaro (Saint Januarius) is the patron saint of the city of Naples and it is celebrated on Sept. 19. As the legend goes, just after the martyr’s death, a woman named Eusebia collected his blood in two ampoules, now saved in Naples cathedral. Three times a year, like Sept. 19, which is the date of San Gennaro’s death, you can witness the miracle, which is the liquefaction of the blood. If the blood in the ampoule melts, it’s a sign of good fortune and prosperity for the city of Naples; if it doesn’t, it’s a sign of misfortune.
In the early 1900s, through Italian immigrants the cult of this Saint was brought to America and in Sept. 26 , 1926 the first celebration for San Gennaro took place in Little Italy, New York City. It lasted only one day, but over the years it came to last up to eleven days, instead. During the feast and during also the other saints’ feast, there is always a strong religious component with a religious procession, saint statues, the sale of sacred items, holy pictures and rosaries together with the selling of delicious food dishes of the Italian-American cuisine, and more.
Every year, since I have been living here, it has become a custom in my family to take a walk along Little Italy’s streets during this festival. The first time I went to Mulberry Street I was struck by a feeling of being at home, with that Italian smell in the air, but staying in America, with its flags and its architecture. I mean that typical Italian town atmosphere, the little lights and those stands with super yummy food with people not knowing what to taste first, among delicious zeppole, appetizing sausages, tasty pizzas, fresh cannoli and one of a kind ice cream. And then you find all these nice vendors speaking a mix of Italian and English, what it’s called broken English. It’s like being at home, even if home is far away. It’s a surreal and a “differently” happy dimension, as if all these festive and decorated streets are the result of a magic trick. Italian Style.
This year due to family problems I had to skip our traditional visit and postpone it to next year. Nevertheless, I really wanted to tell you about this festival, a festival that almost a century ago made Italian immigrants so proud of and it then became a tradition for next generations.
So an idea came to my mind: this time I will send a special reporter on my and your behalf to tell us about this festival. Do you remember Carotilla? Camilla Mendini, aka Carotilla, is the first Italian expat I interviewed for the blog (in case you missed the interview…). Camilla liked this idea and accepted, without thinking twice.
So here is her report and her amazing pictures. See you in a while.
San Gennaro Feast
One of the things I love the most about Lower Manhattan is that you can just turn around the corner and you find completely different scenarios, losing yourself in the core of the neighborhoods with their different souls. So today, coming from a Soho full of models and fashion bloggers running everywhere for the Fashion Week, I then suddenly bumped into a typical festival, whose colors and flavors are so Italian: the Feast of San Gennaro in Little Italy.
In the centre of the most famous Italian quarter of the world is located an old gourmet food store with cheese, cold cuts and wines, named Di Palo’s Deli. It has become a landmark for all New York Italian immigrants, since the beginning of the 20th century. My adventure in San Gennaro feast starts from here, since the deli shop owner, Lou Di Palo, will be my guide and will explain to us the history of the quarter and the origins of this festival.
Little Italy is one of the oldest places in New York and it is made up of three main districts: Mulberry Street, Elizabeth Street and Mott Street. The first Italian immigrants, who were mostly poor farmers looking for a job to make the ends meet, and they congregated along these three streets. They split according to the their Italian regions: Italians from Campania region went to Mulberry Street, Sicilians to Elizabeth Street and those coming from other regions like Basilicata, Puglia and Calabria went to Mott Street.
In the beginning these immigrant families spoke only their regional dialect, making it difficult to communicate, even among themselves. Nevertheless, all of them wanted to keep alive their own traditions, especially regarding food and religion. So they started to celebrate in New York, the Patron Saints of many Italian cities, but the most heartfelt celebration was that of San Gennaro, the saint of Naples. Families used to organize some festivals in the quarter and cook typical, regional dishes and eat them all together in the streets. The stands full of delicious food from Campania and the religious processions caught the attention of Americans and tourists, so much that it has become a symbol of Manhattan. For all the Italians living in Little Italy this was a good opportunity to let everybody know more about their culture and at the same time a chance to earn more money.
Nowadays the feast of San Gennaro lasts up to 10 days and it’s one of the most famous cultural events in New York, with floods of people filling the streets of the neighborhood, searching for the Italian style. Over the years the religious traces slowly disappeared and now it is more a festival of international food, not only Italian food. Cannoli, zeppole, sfogliatelle and ice cream are everywhere and restaurants are full. Of course you can also find typical American food, like hot dogs and French fries, which are well mixed with the colorful Italian food.
The religious procession still remains a great event, like a throwback in the Italian past that still manages to surprise those who never saw it before and is a symbol of remembrance for those who are more attached to traditions, instead.
Thank you Carotilla for taking us on a walk on these crowded streets, but full of delicious food. It is always such an emotion to go back to New York, even if only with our fantasy. Thanks also to you for being with us.
See you soon,
Alessandra (& Camilla @carotilla)
Traduzione di Daniela Masciotra
Translated by Daniela Masciotra
Deve essere bellissima!
Magari civfosse anche qui… 🇦🇺
Xx
Davvero un evento straordinario e storico, da non perdere se si è a New York in quei giorni!