“Paese che vai, usanze che trovi”
Il mio primo viaggio all’estero fu una vacanza studio insieme a mia sorella a Malta. La cosa che forse mi sorprese di più fu la mancanza di acqua potabile sull’isola. In quel momento mi resi conto di quanto fossi fortunata a vivere a Roma, dove l’acqua sgorgava fresca e cristallina dalle numerose fontane, continuamente in funzione, sparse in tutta la città.
Il problema di noi Romani è la consapevolezza di essere nati nella città più bella del mondo. Quanta storia, quanta bellezza nelle strade e nelle piazze della nostra capitale! Anche quando non hai niente da fare, una passeggiata in Via dei Condotti a guardare le vetrine, un sosta in piazza Trilussa, un giro a San Luigi dei Francesi a vedere gli affreschi del Caravaggio, per dirne qualcuna, e hai passato del tempo magnifico senza aver speso un centesimo. Non è semplice lasciare Roma. Anche solo per una vacanza, se chiedi a un romano se gli è piaciuta la città che ha visitato, ti risponderà sempre Sí o No e aggiungerà: “…eh, ma Roma!”. L’unica soluzione per goderti un altro posto è pensare a quel luogo senza fare comparazioni. Di solito aiuta. O almeno funziona quando sei in vacanza. Il problema che invece si manifesta quando ti trasferisci, non è poi tanto quello legato al luogo, ma alle differenze di cultura.
Ciò che distingue veramente i vari Paesi è la mentalità. Se già nella stessa Italia, nelle diverse regioni, si manifesta un diverso modo di pensare, potete immaginare allora in un diverso continente? Quando arrivai negli Stati Uniti, quello che mi è saltato subito agli occhi fu la grandezza delle cose intorno a me. Le strade, le case, le automobili. Tutto era di grandi dimensioni. Quello che ho imparato con il tempo è che gli americani sono portati a pensare al “comfort” alla comodità. Perché dividere quando s e ne possono avere due? Cosí, case con almeno due bagni, confezioni formato famiglia, letti “king”. Qui non esiste (o è raro) il pensiero tipico italiano, soprattutto romano, dell’arrangiarsi, dell’aggiungere un posto a tavola, dello “stringiti che c’entriamo”.
Gli americani non passeggiano, a meno che non sono in un parco. Se camminano è perchè vogliono perdere peso, o perché devono far passeggiare il cane o perché stanno andando da qualche parte. Addirittura negli “shopping centre” quei posti adibiti a degli edifici commerciali, come supermercati, negozi e grandi magazzini; per spostarsi da una parte all’altra si muovono con la macchina.
A parte che io non ricordi piazze qui, non credo di aver mai visto gruppetti parlare del più o del meno, dibattere di politica o di calcio per strada né tantomeno al bar davanti un bicchiere di vino o con le carte da gioco tra le mani. Qui, il concetto di BAR come lo intendiamo noi è utopia. Anche gli alcolici, ad esempio, vengono venduti in supermercati speciali, o in locali dove all’entrata devi mostrare un documento in cui è evidente che la tua età è uguale o maggiore a ventuno anni. Ci sono anche dei Paesi “asciutti” dove è persino vietata la vendita di alcool in tutti i locali e supermercati, quelli speciali non esistono neanche. Pure in spiaggia non è consentito bere bevande alcoliche.
Un’altra grande differenza è che se un americano t’invita a cena, difficilmente cucina per te, molto più spesso ordina fuori o ti porta a mangiare in pizzeria o al ristorante. A meno che non si tratti di un barbecue. In quel caso sono maestri! Salsicce, hamburgers, hot dogs (vaglielo a dire che sono vegetariana), mostarda, senape, ketchup, panini di ogni tipo. Sono organizzatissimi.
Gli americani, a meno che non parliamo di metropoli come New York o Los Angeles, non mangiano fuori, per strada. Qui intorno alcuni ristoranti ci hanno provato senza avere successo. Il mio capo mi disse che della sua vacanza romana gli mancava proprio questo. In estate e nei posti di mare però cambia tutto. La gente passeggia e mangia anche all’aperto. Incredibile!
Sebbene alcune di queste cose appena elencate sopra mi manchino, ci sono cose che non solo gli americani hanno, ma noi neppure ci sogniamo.
Nel lavoro qui, vai avanti per meritocrazia, non perché sei figlio, cugino, zio, parente di… Anzi, alcune aziende se hai qualcuno della tua famiglia che lavora nella stessa compagnia, non ti assumono.
Il senso civico degli statunitensi è imbattibile. Nessuno (o quasi) cerca di tagliare la fila, che sia in macchina o all’ufficio postale . Nessuno apre la tua posta, che tra l’altro è anche reato. Se il postino ha sbagliato a consegnare, basta rimettere la posta nella cassetta delle lettere e il postino stesso poi risolverà la situazione.
Molte abitazioni che hanno il portico, che io adoro, tra le altre cose, hanno delle sedie, magari un tavolino che lasciano lí fuori. Nessuno qui tocca niente. Nessuno calpesta l’erba del giardino che hai appena tagliato. C’è molto rispetto degli spazi pubblici e privati. Una serie di regole non scritte, ma che sembra essere conosciuta e condivisa da tutti.
Essere una romana in America, dunque, non è sempre vivere un sogno, come spesso si pensa. Di certo quelle di cui ho parlato non sono verità assolute, ma sono le mie!
Probabilmente mi sarà sfuggito qualcosa e visto che forse non tutti si ritroveranno nella mia descrizione, che ovviamente è in generale, vi invito a condividere le vostre esperienze. Nuovi punti di vista e diverse opinioni saranno il condimento perfetto di questo articolo. E per noi italiani, si sa, condire è fondamentale! E poi c’è sempre da imparare. Ciao!
“When in Rome, do as the Romans”
My first trip out of the Country was a class trip with my sister in Malta. The thing maybe surprised me the most was the lack of potable water on the island. In that moment I realized how much I was lucky to live in Rome, where water poured fresh and clear out the numerous fountains, continuously in function, sprinkled though out the entire city.
The problem with us Romans is the consciousness to be born in the most beautiful city of the world. How much history, how much beauty in the streets and in the squares of our capital! Even when you got nothing to do, a walk in Via Condotti to look at the stores front windows, a pit stop in piazza Trilussa, a ride in San Luigi dei Francesi’s Church to see Carvaggio’s frescos, to say some of them, and you had a great time without spending a cent. It’s not easy to leave Rome. Even for only a vacation, if you ask to a Roman if he/she enjoyed the city that he/she visited he/she will always answer YES or NO and he/she will add: ”…eh, but Rome!”. The only solution to enjoy another place is to think about that site without comparing. Usually it helps. Or at least works out when you are on vacation. The problem that comes when you move, instead , it’s not about the place, but about the culture.
What really makes the countries different is the mentality. If already in Italy itself, in the different regions, there is a different way to think, can you imagine in another continent?
When I arrived to the United States, what jumped out at my eyes immediately, was the size of the things around me. Roads, houses, cars. Everything was big. What I learned with time was that the Americans think about comfort. Why divide if you can have two? So, houses with at least two bathrooms, family size packaging, king beds. Here doesn’t exist (or it’s rare)the typical Italian thought, especially roman, to adjust, to add room at the table for a guest came on the last minute, “to get tight because we fit”.
The Americans don’t walk. Unless they are in a park. If they walk, is because they want to lose weight, or because they have to walk the dog, or because they are going somewhere. Even in the ‘shopping center’, those places for commercial buildings, like supermarkets, stores, department stores; to move from one side to the other side, they take their cars.
I don’t remember squares here; I don’t think I ever saw groups of people in the streets talking about politics, or about soccer, or even in the bar in front of a glass of wine or with playing cards in the hands. BAR as we know is a utopia. Even the alcohol, for example, they are sold in special supermarkets or in BARS where at the entrance they ask you to show that you are twenty-one and older. There are also ‘dry’ town where is prohibited to sell alcohol. Even at the beach you are not allow to drink alcohol.
Another big difference is that if an American invites you for dinner, it’s rare that he/she cooks for you, often he/she gets take out or brings you to a restaurant. At least we are talking about a barbecue. In that case they are masters! Sausages, hamburgers, hot dogs (you tell them that I am vegetarian), mustard, ketchup, every kind of rolls. They are very organized.
The Americans, unless we are talking about New York or Los Angeles, they don’t eat outside, in the street. Some restaurants around here tried without results. My boss told me that he missed this from his vacation in Rome. But everything changes in summertime and in the sea shore. People walks and eat outdoor. Incredible!
Although I miss some of those things I just told about, there are things that only the Americans have that we only can dream about it.
At work you build your career based on meritocracy, not because you are, the son, the cousin, the uncle, the relative of… In fact, some companies, if somebody else of your family that works for the same department, you are not going to get hire.
The people from the United States are unbeatable. Nobody (or almost) try to cut the line, in car or at the post office. Nobody opens your mail; it is also against the law. If the mail man made a mistake giving you somebody else’s email, you have to put the wrong mail in the mail box and he will fix the problem.
Many homes have porches, which I love, with chairs, tables. Nobody touches anything. Nobody walks on the grass you just cut. There is a lot of respect for the neighborhood, of the public and the private spaces. Some unwritten rules but that seem to be known and shared from everybody.
Being a Roman in America, so, isn’t always live a dream, as most that people often thinks. Of course what I talked about is not an absolute truth, but it’s mine! Maybe I forgot something and, because many people they are not going to recognize themselves in my description, I invite you to share your experiences. New points of view and different opinions will be the perfect dressing for this article. And for the Italians, you know, the dressing is fundamental. And there is always something to learn. Ciao!
Cioè… non c’è il concetto del ‘Oh scendiamo per una birretta?’ oppure niente mojito sul bagnasciuga? maronn!!! TERRIBBBBBBILE! Però tu ti sei adattata tantissimo! A napoli sai come diciamo? (Magari lo sai XD) A liett stritt cucc’t miezz! (Stringiti che ci stiamo …)
Ciao cara, grazie per aver letto e per avermi insegnato questo modo di dire che non conoscevo. Ovviamente mi piace molto, rispecchia quella nostra mentalita` di cui parlavo.
Devo dire che per quanto riguarda il bere, all’inizio sono rimasta un po` scioccata anche io. Ce ne sarebbe da dire… magari ci faccio un altro post! Baci
Hai espresso meravigliosamente bene il concetto Italia-USA. Le stesse differenze che ho notato io nei miei viaggi e soggiorni in terra americana…e per queste motivazioni il mio e’ un amore incondizionato. Grazie per i tuoi pensieri.
Cara MaryA, ho semplicemente espresso la mia opinione. Certamente ci sono altre differenze di cui non ho parlato, forse in molti non sono d’accordo, non so. Grazie per essere tornata a trovarmi.
Wow questo fatto che non passeggiano è molto strano per noi, però ho notato anche in Francia la stessa cosa! Ma tu a casa continui a cucinare italiano o fate un mix? Potresti parlarci di come è cambiato il tuo modo di mangiare! Un bacio :*
Ciao Bella!Grazie per aver let, per il like e per il commento. Credo che gli americani quando mi vedono camminare e guardarmi intorno, scattare foto, pansano che io sia pazza! Per quanto riguarda il mangiare, io sono una cosa a parte, perche` vegetariana. Comunque vivo in una casa d`italiani dove il cibo italiano e` fondamentale. Certamente nella mia dieta ho introdotto anche alimenti americani, ma anche tropicali e centro americani. Ma anche asiatici. Perche` qui, piu` che in altri posti, molto forte e`la globalizzazione. Spero di essere stata esaustiva. Pero` per il post ci pensero`. Grazie per l`idea. Baci
Ecchime!! 😉 Per prima cosa voglio rassicurare il mondo sul fatto che a Malta l’acqua potabile c’è =D A me non è mai piaciuto il sapore della loro acqua ma loro la bevono tranquillamente. Detto ciò (scusa ma Malta per me è casa quanto la Sicilia) passiamo al momento shock: mi stai dicendo che mi invitano e cena e non mi preparano la pappa con le loro sante manine??? Maroooooooo che tristezza 🙁
Tanti baci Ale!! Alla prossima 😡
Ciao Stefania! Eccoti! Grazie per la rettifica su Malta. Al college dove alloggiavamo io mia sorella, c’erano delle taniche di acqua perché ci avevano detto che l’acqua nell’isola non era buona da bere. Sicuramente le cose sono cambiate oggi, ti sto parlando di venti anni fa… Oddio, VENTI anni fa!!!!
Per Quanto riguarda il cucinare, l’articolo era in generale, perché in realtà conosco anche molti americani che amano cucinare, soprattutto per le feste, tipo il Thanksgiving. Comunque se vieni qui, io ti cucino, magari non tutti i giorni 😁
Non preoccuparti per le faccine, non ce ne è neppure una Che possa eguagliare il tuo bellissimo sorriso. Baci!
grazie Ale! baci baci (lo scrivo per esteso altrimenti viene fuori una faccina strana 🙂 )
ma l’ultima faccina del commento era un bacino!!!! che è ‘sta faccetta triste 🙁
nuuuuuu la faccina è addirittura arrabbiata! Vabeh, scusa Ale, sto a fa un casotto 😉