“Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma”
(Johann Wolfgang von Goethe)

Sono tanti i romani che hanno deciso e che decidono  di lasciare Roma per un’ altra città, per un altro Paese, mentre sempre più stranieri vogliono  mettere radici nella capitale italiana (alcuni Romani DOC direbbero capitale del mondo… Sorvoliamo).. Per chi c’è nato, Roma è bella, perfetta con le sue imperfezioni, di certo anche governata male, sporca, abbandonata a se stessa  ma comunque  il posto che un romano continuerà a chiamare “casa” pur non vivendoci più. Roma per i romani è Roma, incondizionatamente.

Mi chiedo, invece, ogni volta che conosco qualcuno, soprattutto straniero, che ha scelto di abitare a Roma, cosa l’abbia portato a prendere questa decisione e come vede la mia città.
Ho pensato dunque di dedicare un’intera rubrica agli immigrati nella Città Eterna, che voglio chiamare “Dal mondo a Roma”. Vi piace?  Ho creduto inoltre che sarebbe stato simpatico iniziare proprio da chi ha fatto la scelta opposta alla mia, dall’America a Roma.

Il fatto che Natalie Kennedy sia conosciuta su Instagram e Facebook come an American in Rome, un’americana a Roma – @anamericaninrome – mi ha fatto sorridere e mi ha fatto pensare: è il mio opposto, devo assolutamente intervistarla!

Hi Natalie, da dove vieni e cosa ti ha portato fino a Roma?

Vengo da San Diego, in California. Sono venuta a Roma per completare gli studi, cosa non molto chiara per alcuni qui. Ho frequentato un’università Romana che mi ha permesso di partecipare a corsi di specializzazione inerenti alla carriera che ho scelto di seguire: sicurezza e politica dell’alimentazione.

Cosa ti manca di più dell’America?

La mia famiglia e l’affidabilità. All’improvviso tutto in America mi è sembrato efficiente e conveniente da quando sono partita. Sai esattamente a che ora aprono i negozi, a che ora passa la metro e se i computer dell’ufficio postale sono collegati nel giorno in cui devi andare.

Cosa ami di più dell’Italia?

Il ritmo di vita. Tutto scorre più lentamente in Italia che non è necessariamente una cosa positiva quando si tratta di burocrazia, ma è bellissimo se si parla del momento dei pasti, del tempo trascorso in famiglia e delle vacanze. Mi piace l’equilibrio tra vita personale e lavoro in Italia, molto più di quello negli Stati Uniti. Sento meno il bisogno di essere competitiva con chi mi sta intorno qui.

Di cosa si occupa il tuo blog?

Appena arrivata a Roma mi sono sentita persa. Anche le cose semplici, come pagare la bolletta del gas, hanno un metodo diverso qui. Ho aperto un blog con l’intento di provare a documentare l’esperienza di emigrare a Roma come Americana e, ora che conosco meglio la città, l’ho sviluppato in una risorsa utile a chi parla inglese per quanto riguarda cosa fare / mangiare / vedere a Roma.

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Festeggi ancora il Ringraziamento da quando sei a Roma? E se si, qual è la tua tradizione di famiglia?

CERTO! Per la mia prima Festa del Ringraziamento a Roma non riuscii ad organizzare niente. Fu molto triste perché era un giovedì come un altro per me, mentre la mia famiglia era riunita intorno ad un pasto elaborato a migliaia di km di distanza. Da allora, ogni anno, ci rechiamo al Mercato Esquilino ad acquistare ingredienti per il pranzo come le patate dolci e celebriamo sempre la domenica successiva al quarto giovedì di Novembre con una festa tra espatriati e Romani. La tradizione è quella di camminare intorno alla stanza, uno alla volta e citare una cosa per la quale ci sentiamo grati, poi finalmente si mangia!

Qual è stata la prima parola che hai imparato in Romano? E, a parte l’italiano, parli anche in dialetto?

Uso ” AO ” e “BOH” ogni giorno, ma presumo non valga come risposta. Credo che la primissima parola in Romano che ho perfezionato sia stata “DAJE” e ora non posso proprio fare a meno di usare l’espressione “AMMAZZA”.

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C’è un bar o un locale a Roma che ami particolarmente? Raccontaci di un posto che frequenti spesso da Americana che vive a Roma e non da turista.

Il mio ristorante preferito si chiama La Torricella, situato in un vicolo nel quartiere di Testaccio. Come piatto del giorno servono sempre ricette a base di pesce. È frequentato da pochissimi turisti e lo staff parla Romano. Quando sento il bisogno di allontanarmi dalla frenesia del centro, invece, mi piace andare a La Casetta Rossa, un piccolo bar ristorante dall’atmosfera informale. Si trova all’interno di un parco, nel cuore della Garbatella.

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Cosa ti piace e cosa detesti di più dei Romani?

Questa è facile. C’è una sola cosa che detesto dei Romani ed è la loro tendenza a fare i furbi. Da tassisti ad agenti immobiliari, a volte è davvero faticoso cercare di capire se si stanno approfittando di te o meno. Ciò che apprezzo di più è la loro arroganza. I Romani sono sicuri di se e non si fanno calpestare i piedi da nessuno. Spesso si prendono anche la confidenza di dirti esattamente come dovresti fare / cucinare / dire qualcosa. Tantissime conversazioni sono iniziate con ” non si fa così “.

Secondo te è vero che gli Americani rimangono affascinati da secoli di storia nascosta in ogni angolo della Città Eterna, mentre noi Romani la diamo quasi per scontata? E cosa provi, se per esempio, cammini per strada, in un giorno qualunque, e ti trovi davanti ad un edificio che vanta l’età di oltre 600 anni?

L’America ha meno di 250 anni, di conseguenza, per gli Americani, tutto ciò che è datato primi anni del 1900 è antico. Col tempo mi sono abituata a vivere e vedere storia ogni giorno, ovunque vada, ma non riesco proprio a dare Roma per scontata. Adoro camminare lungo La Via dei Fori Imperiali durante l’ora del tramonto e ammirare il Forum Romano illuminato dalle luci dorate del sole. Le stesse colonne e gli stessi templi sui quali il sole va a riposare da migliaia di anni, che meraviglia. Qualche giorno fa sono stata anche all’inaugurazione della Fontana di Trevi, dopo il restauro. Sono rimasta incantata, Roma è davvero la città più bella del mondo!

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Ultima domanda: che squadra tifi? Pensaci bene, c’è solo una risposta che siamo disposti ad accettare!

La Roma!!!!! Sono stata al derby la scorsa settimana! FORZA ROMA!!!

Ottima risposta! Grazie Natalie e in bocca al lupo.

Potete continuare a seguire le avventure romane ( e non solo ) di Natalie

sul suo blog  an american in rome

alla pagina Facebook https://www.facebook.com/AnAmericaninRome/?fref=ts

su Instagram come @anamericaninrome

su Twitter @NatalieRae

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A presto,

Alessandra

“Only in Rome it is possible to understand Rome”
(Johann Wolfgang von Goethe)

So many of my fellow Romans decided and decide everyday to leave Rome for another city, or another country, while, just as many foreigners desire to settle in the Italian capital ( some full blooded Romans would actually call it the capital of the world. But not gonna get into that, right this minute! ). For those who were born there, Rome is beautiful, perfect in her imperfection. Definitely badly governed, filthy and abandoned… But it’s still the place Romans will always call “home” even when living elsewhere. Rome is unconditionally Rome, to Romans. On that note, whenever I meet somebody new from another country, who chose to permanently move to Rome I ask myself what’s behind their decision and what they think it’s so special about my city. I, therefore, thought about dedicating a new column to the expats in the Eternal City that I want to call ” From the world to Rome “. What do you think? Do you like it? I also thought it would be nice to start off from my counterpart.
The fact that she is known on Instagram and Facebook as An American in Rome @anamericaninrome put a smile on my face and I thought to myself: she is my counterpart, I absolutely have to interview her!

Where are you from and what brought you all the way to Rome?

I am from San Diego, California. I actually came to Rome for graduate school, which confuses some Romans. I came to a Roman university because the program was very specific to what I wanted to do as a career (food security and food policy).

What do you miss the most about America?

My family and general reliability.  Everything in America suddenly seemed so reliable and convenient after I left. You know when stores will be open and when the metro will come and if the post office’s computers will be working that day…

What do you love the most about Italy?

The pace of life.  Things move much more slowly in Italy, which can be bad if you are talking about bureaucracy, but is great when you are talking about meals, family time, and holidays. I like the work-life balance in Italy much more than the US, and I feel less of a need to compete with everyone around me here.

What’s your blog about?

When I first moved to Rome, I had no idea what I was doing. Simple things like paying your gas bill are done very differently here. I started my blog to try to document the experience of moving to Rome as an American, and now that I know the city better, it has become more of a resource for English-speakers in terms of what do/eat/see in Rome.

Do you still celebrate Thanksgiving in Rome, and if so, what’s your family tradition?

OF COURSE.  My first Thanksgiving in Rome, I did not host anything for Thanksgiving and I was so sad. It was just another Thursday in Italy, while my entire family was gathered together over an elaborate meal thousands of kilometers away.

We always go to Mercato Esquilino to buy supplies like sweet potatoes and then celebrate on the Sunday after the real Thanksgiving with a big party of expats and Romans. We make traditional dishes, and even roast a whole turkey most years.  Everyone has to go around the room and say one thing they are thankful for, and then we EAT.

What’s the first Roman word you’ve learned? And, besides Italian, do you speak any Roman slang?

I use “AO” and “b’oh” daily, but I suppose that does not count. I think the first Roman word I ever mastered was DAJE! Now, I can’t really live without “ammazza”!

Is there a cafe’ or a spot in Rome you’re particularly fond of? Tell us more about a place you often go to, as an American living in Rome, not as a tourist.

My favorite place to eat is La Torricella, a restaurant off a small street in Testaccio.  They have daily fish specials, Roman-speaking waiters, and very few tourists.

When I need to escape the crowds in the center, I also like to head to La Casetta Rossa in Garbatella, which is a tiny and informal cafe/restaurant set out in the middle of park.

What do you like and dislike the most about Romans?

This is easy. There is only one thing I dislike: the tendency towards furbo/a. It is so tiring trying to figure out if someone is trying to take advantage of a situation – from taxi drivers to real estate agent.
What I like most about Romans is their swagger. Romans are confident and will take s*%! from anyone! They will also always take time to tell you exactly how you should be doing/cooking/saying something. So many conversations have started with “non si fa così…”


Is it true, that Americans are amazed by centuries of history and heritage hidden in every inch and every corner of the Eternal City, while most of us Roman citizens seem to be taking it for granted? How do you feel if, for instance, you’re walking down the street on any given day and you come across a building that’s 600 years old?

America is less than 250 years old, so Americans think anything from the early 1900s is old! Over the years I have become more used to living and walking through history in Rome every day, but I never take Rome for granted!  I love to walk down Viale dei Fori Imperiale at sunset and watch the golden light on the forum — the same columns and temples that the sun has been setting against for thousands of years.  Or last week, I was able to go to the re-opening of the Trevi Fountain – I was in complete awe! Rome is truly the most beautiful city in the world.

Lastly, what soccer team do you root for? And think about it carefully please: there’s only one answer we are going to accept!!!

A.S. Roma!! I was at the derby last week. Forza Roma!

Awesome Answer! Thank you Natalie and Good Luck.

If you want keep follow the roman adventures of Natalie, you can find her

On her blog an american in rome

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Traduzione a cura di Caterina Podda

Translation by Caterina Podda