“Perché chi si ferma ha più vita,
ma chi va ha più strade”
(F. Galvez)
“Because who stops has more life,
but who goes has more ways”
Ok ragazzi, questo è il piano.
Visto che l’obiettivo di oggi è quello di descrivere il posto in cui vivo e la vita che quindi conduco, mi è venuta un’idea. Perché non sembra, ma anche io ogni tanto penso – non troppo spesso ché altrimenti mi vengono le rughe in fronte.
Dunque, l’idea è questa: ricordate quando, all’inizio di questa rubrica, parlavo dei viaggi? Ecco, questo è uno di quelli che io ho fatto in avanscoperta e che oggi voi farete coi vostri occhi, attraverso una serie di foto che tra l’altro spero vi piacciano, e che credo valgano tanto quanto tutte le parole che potrei usare per descrivervi la mia vita in quel di Baviera.
Solo una premessa è d’obbligo: la “mia altra vita“, come la chiamo io, si svolge sostanzialmente tra due cittadine che sonnecchiano tranquille sul lago Tegernsee – anche se ad essere onesta sono molto spesso a Monaco, ma quella parte di vita ce la vivremo insieme in un’altra occasione – e che tra loro sono separate solo da un cartello che ne delimita i confini, essendo nei fatti appiccicate. Rottach – Egern e Tegernsee (proprio come il lago) sono i loro nomi.
Ok guys, this is s the plan.
Since the today’s goal is to describe the place where I live and the life I lead here, I got an idea. Because even if it doesn’t look like this, sometimes I think too (but not a lot, or I’ll get wrinkles on my forehead).
So here’s my idea: do you remember when I wrote about journeys at the beginning of this column?
Good, this is a journey I made for reconnaissance and that you are about to make with your eyes through a bunch of photographs I hope you’re gonna like and that I think worth as much as the words I could use to describe my life in Bavaria.
There is a necessary introduction though: my “other life”, as I name it, goes on between two quiet towns on lake Tegernsee – even if, to be honest, I’m more often in Munich, but I will tell you about that part of my life later- which are separated only by a road sign at the boundary, since they are next to each other in fact. Rottach – Egern and Tegernsee (just like the lake) are their names.
Venendo da una città grande come Roma per me è impossibile calcolare solo quella dove effettivamente dimoro, ovvero Rottach – Egern (pronunciatela con la C cattiva, cioè dura..), visto che la mia concezione di spazi e distanze è un tantino diversa da quella che vige qui. Dunque, io vivo “sul lago”, non a Rottach – Egern, e sul lago significa in (quasi) tutti i piccoli centri che proprio al lago fanno da cornice.Tutto chiaro? Speriamo..
“A me gli occhi, please” – diceva un uomo di teatro che stimo – è ora di partire.
E partiamo proprio dall’inizio, ovvero dal rito della mia colazione, che spesso faccio in un forno pieno zeppo di dolci, dove puoi sedere tranquilla e goderti anche il tuo caffè. Entrate, quindi, e scegliete quello che volete – io prendo un buttercroissant semplice, ma dicono che la Nußschnecke, la girella alla nocciola, sia fantastica – ma non metteteci troppo che abbiamo un sacco di cose da vedere!
Coming from a city like Rome for me is impossible to consider only the one I actually live, Rottach – Egern (that’ a mean, hard C…), since my concept of space and distance is definitely different from the one they have here. So, I live “on the lake”, not in Rottach – Egern, “on the lake” means in almost all the small town around the lake itself. Is it clear? I hope so…
“Give me your eyes, please” a theatre man I really appreciate said, it’s time to go.
Let’s start from the beginning, from my breakfast ritual, I have it in a bakery full of sweets and cakes, where you can sit and enjoy your coffee. Please, come in and pick what you want – I’ll have a buttercroissant, but they say that the Nuβschenke, the nut roll, is fantastic – anyway do not take too much time, we have a lot of things to see!
Fatto? Bene, ora avviatevi verso il centro vero e proprio. Sì, perché Rottach – Egern si sviluppa sostanzialmente su due strade che si intersecano, la prima delle quali è un susseguirsi di negozi più o meno cari, qualche bar, una gelateria.. insomma la classica strada piena di tutto propria di ogni località turistica! Andate, fatevela tutta – è un po’ lunga ma vale la pena – e ci vediamo alla fine della strada!
Done? Good, now go to the centre of the town. Rottach – Egern is structured on two streets which cross each other. The first is a succession of more or less expensive shops, some cafes, an ice cream shop, the typical street of a tourist town! Go straight along the street – It’s a little long, but it’s worth it – I’ll wait for you at the end of the street!
Bene, eccovi! Proprio qui, alla fine della strada, si trova un ristorante italiano dal nome “Buono”.. ed è buono davvero! E’ ottimo posto dove consumare il pranzo – ma anche la cena in realtà, solo che è ora di pranzo nel nostro viaggio virtuale – perché qui il cibo è proprio come quello che si mangia a casa. Poi, a volerla dire tutta.. vedete il proprietario?
E’ lui, Fabio, e non solo è italiano.. ma Romano! Figuriamoci, il mio angolo di Roma! Il locale è bellissimo, il mangiare buono buono e lui è simpatico e alla mano.. insomma, assolutamente da non perdere!
Proprio ieri sono stata a mangiare da lui, che spesso trova il tempo di avvicinarsi al nostro tavolo per chiederci come va. E come va, Fabio, è tutto perfetto, e tu sembri quasi l’unico qui a sapere come si fa la carbonara!
Tra l’altro, il locale è anche wine bar, quindi in realtà ci si può venire per un aperitivo o per bere e stuzzicare dopo cena. Quando proprio ci manca casa è l’ideale!
Però adesso è l’ora di pranzo, quindi mangiate pure tranquilli e ascoltate bene, la musica all’interno viene da uno stereo che grida le nostre canzoni che ai bavaresi piacciono da morire.
All right mates, here you go!!! Right here, at the end of the street, there’s an Italian Restaurant named “Buono” – translated as “Good” – and it’s seriously good!! It’s a really good place where having lunch – but also the dinner and it’s just dinnertime, according to our virtual journey – ‘cause the food is just like what you eat at home, homemade style.
Well, to be frank…Look at the owner, Fabio? Fabio is not just Italian…He comes from Rome! My private piece of Rome!! The place is awesome, food even better, Fabio is down to earth and laid back guy…. in other words an opportunity which could not to be wasted!!! Only yesterday I had food at his place, and he often finds some free time to spend with us asking if everything is fine. Fabio, how do you expect is it doing? Everything is simply perfect, and you’re the only one here who knows how to make a “real” carbonara pasta!!
And how are you, Fabio, everything is perfect, and you seem almost the only one here to know how to do the carbonara! Among other things, that place is also a wine-bar, hence you can go there for having an appetizer or for having some nibbles right after the dinner. There’s no best place than this whenever you’re homesick!
It’s lunch time now, have your lunch while you listen music, some recorded Italian hit songs, the ones most loved by Bavarians!
Usciti dal ristorante, vi ritrovate proprio di fronte alla Seestraße, la strada del lago, che è appunto l’altra grande strada di Rottach. Io qui ci vengo spesso, soprattutto nelle giornate soleggiate, ché amo vedere la gente in bici e il sole che si specchia vanitoso sull’acqua cristallina del lago. Facciamo così: vi lascio un po’ di tempo per gustarvela – tra negozi sfiziosi, giardini, gallerie d’arte, locali e ristoranti, alberghi che sembrano ville tipiche, e ovviamente lago – e ci rivediamo davanti al ristorante di Fabio. Non fate tardi, per favore, che il giro è ancora lungo.
Just out of the restaurant, you’ll be in front of the Seestraße – the lake street – which is the other main street of Rottach. I’m used to come here quite often, especially on the sunny days, because I like to watch people cycling and to watch the reflection of the sun on the water’s lake. Let’s play this game: I leave you alone to enjoy this atmosphere – between nice stores, gardens, art galleries, restaurants and clubs, hotels which look like typical manors and, last but not least, the lake – and we’ll catch up outside Fabio’s restaurant. Don’t be late, please, because the tour is still long.
Le gallerie d’arte hanno perfino l’Outlet, roba da non credere!
The Art’s galleries have also the outlet. Stuff you don’t believe!
Eccovi finalmente.. bene, ora che siete tornati possiamo continuare il giro. Dunque, dobbiamo fare una specie di deviazione. Lo so che siete un po’ stanchi, però vale davvero la pena, perché i posti che vedrete ora sono splendidi, e fa bene ogni tanto regalarsi un momento tutto per sé. Io qui ci vengo a passeggiare, sognare, pensare, riflettere, immaginare, inventare, provare (quando devo prepararmi per qualche spettacolo teatrale), scrivere. Non aggiungo altro, anche perché l’ho promesso che non avrei parlato molto, e poi penso che le immagini facciano già tutto.. buona passeggiata, quindi, e ricordate, questi luoghi portano fortuna (Ah, se incontrate un cavallo, fategli l’occhiolino, vi adorerà!).
Here you are again! Well, since the moment you’re back we can go on with our journey. Therefore we’ve to detour a bit from our original plans. I know you’re quite tired, but it really worth it because the places you’re going to see are awesome and, more than ever, it’s always nice to deserve a small amount of time for ourselves. I come here for walking, to daydream, to think, to image, to create and to try (when i need to relax myself before a theater show), to write.
I don’t add anything else even because I promised that I wouldn’t have talked a lot, and I’m my impression that the pictures speak for themselves. Enjoy the walk and remember: this place will bring you luck (if you come across a horse just wink it, it will love you!!).
Bentornati, era ora! Lo so, lo so, avreste voluto restare lì per sempre, anche a me fa questo effetto, sembra di stare su un altro pianeta, soprattutto per chi, come me, è abituato a palazzi e traffico, a tanta gente ovunque e ad animali domestici agghindati e alla moda quasi quanto le persone. Però non potete fermarvi proprio ora, perché è arrivato il momento di passare il confine, salutare Rottach – Egern e approdare a Tegernsee.
Eccola, è proprio questa. Giro spesso da queste parti, conosco ormai un sacco di gente anche qui, che mi vede passeggiare sempre con un libro in mano (adoro leggere mentre cammino, è poetico e “pericoloso”.. che si può volere di meglio?!), e qualche volta, non lo nascondo, col mio telefono cellulare, intenta a registrare messaggi vocali, molti dei quali indirizzati ad Ale. Moltissimi, a voler essere sincera sincera.
Dunque, proprio su questa strada, se proseguite di poco, troverete i piccoli, meravigliosi musei della città.
Welcome back, at last!!! I know, I know, you would have wanted to stay there forever, it has the same effect on me either, it seems I am on another planet, especially for who like me, has always lived between buildings and congestioned traffic, with many people everywhere , a lot of pets dressed up with stylish clothes almost like human.
You cannot stop here and right now, it’s time to carry on, to say goodbye to Rottach-Egern and to land toTegernsee.
It’s right here!!! I come often around here, I know already many people even here who they’v seen me walking around while I was reading a book ( I really like to read while I walk, it’s really poetry.. and dangerous at the same time… what you may want better?!), and sometimes, I can’t deny, with my mobile intended to record voice messages, many of whom are for Ale. To be honest with you, a great many of them!
Then, continuing on this street, just for little, you’ll find the small and lovely town’s museums.
Il Tegernseer Tal, museo di Storia e Cultura, e l’ Olaf Gulbransson, dedicato alla grafica in generale e ai cartoni animati. Splendidi.
The Animation. Exquisite.Tegernseer Tal, Museum of History and Culture, and the Olaf Gulbransson, dedicated to the Graphic in general and to the Animation. Exquisite.
Vedete che l’Olaf Gulbransson è su una specie di piccola collina? Restate pure lì qualche minuto, giusto per riempirvi gli occhi delle splendide case che ci sono, e del campo da minigolf, e della gente, e…. oh, che scema! L’avevo dimenticato! Questa è l’ora in cui vado a scuola – nei giorni pari, poi dici che non bisogna detestarli ‘sti numeri pari del cavolo (scusate, mi esce il romano). Ok, allora, scendete dalla collinetta e girate subito a sinistra. Sì, lo so, c’è una nuova salita, ma non è colpa mia! Pochi passi, credo poco più di 400, e ci siete. Eccola, la Volkshochschule. Già solo il nome della scuola è un dramma. Il nome.
Do you see that the Olaf Gulbransson is on a kind of small hill? Spend some minutes there, just for fill up your eyes of the beautiful houses that are there, and the mini-golf field, and the people, and…. oh dear!! I just forgot it!! It’s time for me to go to school – only on even days, and then later you begin to hate that bloody even number!!. OK, then, do down the hill and then immediately turn left.
I know I know there’s a climb hereafter but… it’s not my fault!!!!! Few more steps, around 400 steps, and you’re there!!!
Here it is, the Volkshochschule. Simply even the school’s name is a drama. Just the name…
Ecco, questo è il posto dove mi ostino a prendere lezioni di tedesco, con una Prof. biondissima e gentilissima che non molla nemmeno se la pregate (in tedesco), e continua a ripetere parole impronunciabili pur sapendo parlare l’italiano, negandovi anche il più piccolo aiuto, mentre voi annaspate nella confusione più totale, tutto col sorriso sulle labbra. Amata Petra dei miei giorni bui..
Però la scuola, come anche Petra, è molto molto carina, cioè guardate le finestre, il piccolo portico, i fiori. Probabilmente sanno che la loro lingua è così avvilente che cercano di renderti più lieve il lavoro, e devo dire che i miei occhi di bambina, cui basta un luccichino per meravigliarsi, ci cascano in pieno. I vostri no?
Sarà, comunque ora è meglio che andiate – prima che vi catturino. E tornate sulla strada principale, quella dei musei. Poco più avanti troverete la mia via preferita, la Rosenstraße, quella dove vado dopo scuola, a rifarmi gli occhi e l’anima. Troverete diverse cose, tra cui una sala teatrale, alcuni negozi tipici con cappelli bavaresi stupendi e costosissimi e una casa – che oggi è un museo – da togliere il fiato per l’esattezza artistica delle decorazioni. Non potete sbagliare, il nome della via è scritto grosso così! Ci vediamo tra un po’..
This is the place where I insist to learn German helped by a really blond and kind teacher which never ever gives up not even begging her (in German, of course), who keeps repeating unpronounceable words although she speaks Italian, not even helping you a little, while you’re reeling in total confusion, while she smiles of a big and wide smile. Oh my loved Petra, love of my darkest days!!!
Even the school, such like Petra, is really nice, I mean, look at the windows, the small porch, the flowers. I suppose they know that their language is so discouraging that they try to make your work lighter and i must to say that my eyes still young, which they get wonders so easily, get tricked so far. What about yours??
It might be, however now it’s better that you go- before you get seized. You’d go back to the main street, the one which leads to the museums. Only a little bit ahead you’ll find my favorite street, the Rosenstraße, the place where I’m used to go after have attended the school just because i need my eye – and my soul – candy. You can find lots of different things, such as a theater, shops with some typical local items like expensive and colorful Bavaria hats, and a breathtaking house – now converted into a museum – both for the valuable artistic features and for the decorations.
The street name is written so big that you cannot miss it! See you soon!
Ah, non fateci caso, qui nelle giornate di sole la gente mangia sui tetti. Non ho mai capito perché. Ma, neanche ve lo sto a dire, mi sono subito innamorata di questa abitudine e ogni tanto ci vado anche io, su uno di quei tettucci gradevoli, col mio portapranzo identico a quello che mi preparava mia nonna. No, voi non potete salire ora, mentre vi aspettavo ho prenotato in una delle birrerie più grandi e più famose di tutta la Baviera, la Bräustüberl. Piatti meravigliosi, bavaresi doc, più di mille posti a sedere, una terrazza magnifica con panche e tavoli in legno che guarda dritta dritta sul lago. Che aspettate, andate a mangiare.. e tranquilli, i prezzi sono davvero accessibili. Io e Christian, il mio amato non marito, ci veniamo spesso la sera, anche solo per una birra dopo cena. E’ un posto allegro e ben tenuto, e c’è pure il menu in italiano (anche se noi ordiniamo da quello tedesco.. scusate, ma dovrò pur vantarmi sull’unica cosa che mi riesce veramente perfetta in questa lingua!).
When it is sunny local people are used to have lunch (dinner) on the roofs, so don’t pay too much attention on this!! Sincerely, I’ve never understood the reason of this. It would be redundant that i fell in love of this curious habit and sometimes, whenever is possible, I climb up those nice roofs with one of that lovely lunchbox which my grandmother was used to prepare.
Sorry but you cannot go here because, while I was waiting for you, I made a reservation in one of the biggest and most famous typical brewery of the whole Bavaria, the Bräustüberl. Awesome dishes, 100% Bavarian, more than a thousand sits, a wonderful terrace with benches and wooden table with a marvelous lake panorama.
So, what are you waiting for! Go there and have some food! But don’t worry about prices: they’re really affordable. Me and Christian, my loved not husband yet, are used to come there quite often in the evening, even just for a beer.
It’s such a lovely place, well maintained, where you can also find the Italian menu (even if we order German food.. sorry about that but I absolutely need to brag about the only thing that i do it really well in German!!).
Piaciuta la cena? E il viaggio? Devo dire la verità, siete stati bravissimi: attenti, appassionati, (quasi tutti) puntuali. Danke.
Siamo arrivati alla fine.. siete stanchi? No, perché ho un’altra cosa da dire, prima di lasciarvi tornare a casa. Ci tengo.
Il punto è questo: io sono una romana (in Germania) in tutto e per tutto. E noi romani, si sa, abbiamo quella terribile, arrogante, meravigliosa abitudine di guardare al resto del mondo con un occhio che sa di tenerezza, e col cuore sollevato dalla matematica, cristallina certezza che “niente, ma proprio niente, batte Roma” perché noi veniamo “dalla città più bella del mondo, quella che tutti ci invidiano e punto”. Se siete romani, o se anche solo conoscete bene un romano doc, potete capire quello di cui sto parlando.
Non posso nasconderlo, dunque, anche io sono affetta da questa malattia, incurabilmente innamorata della mia città, il luogo – per me – migliore del pianeta, inarrivabile e superbo.
Però una cosa ve la dico. Esistono posti, come quello in cui vivo ora, dove ho scoperto altre cose di me, che non conoscevo e non sospettavo, posti bellissimi che io amo, che sono diventati importanti e familiari, dove mi piace che la mia vita sia. La “mia altra vita“, appunto. E vi pare poco, il lusso di due vite al prezzo di una..
Did you enjoy your dinner?? And your journey?? To be honest you’ve been awesome: alert, keen, (almost all) on time. Danke!!
Our journey is almost ended, are you tired? Not yet because I’ve to say one more thing before left you go home. I care about it.
That’s the point: I’m a fully Roman (who lives in Germany ). And It’s well known that we Romans have the terrible, arrogant, beautiful habit to watch at the rest of the world with a beat of tenderness and with the absolute certainty that “nothing’s in better than Rome!”, because we come from the “best city in the world, the most envied one in the world. If you’re Roman, or if you even know a real Roman, you may understand of what I’m talking about.
I cannot hide this; hence, I’m also affected by this terminal “disease”, in love with my city, the best place in the planet – according to me – superb and unreachable.
I can say this: there are many places, like the one where I’m living now in, where i discovered some other aspects of me, which i completely ignored and i didn’t suspect to have, beautiful place which i love so much whom became important and familiar to me, where i like living. My “other” life, exctly.
The luxury of two lives for the price of one, just tell me if it’s not enough!
Al prossimo viaggio! Vi aspetto,
Sabrina
See you at the next trip! I’ll be waiting for you,
Sabrina
Sembrano due luoghi che appartengono ad un’altra era ed io che sono un uomo di una generazione passata li trovo affascinanti. Belle Le tue foto…storte. Un’ultima cosa non trovi contraddittorio il fatto che ti vanti di conoscere il menù in tedesco? Massimo
Grazie Massimo! Anche a me piacciono le foto storte, trovo mi assomiglino molto (!!!)
Temo di non aver capito la parte sulle contraddizioni.. posso dirti comunque che io non odio affatto il tedesco, anzi, e spero che non si evinca questo dai miei articoli, piuttosto detesto la mia incapacità di farmelo entrare in testa come vorrei (e come vorrebbe mia madre!) Per questo mi riempie di gioia il fatto di saper ordinare dal menu tedesco.. almeno quello!!
Però non mi dispiace che lo trovi contraddittorio.. contraddizioni significa moltitudini, diceva qualcuno, e non è meraviglioso essere moltitudini?
Ti ringrazio, come sempre, e ti bacio.
S.